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Filter Bubble: come funzionano e perché sono così preoccupanti

Quello del Filter Bubble è un fenomeno sempre più diffuso nell’era della tecnologia che inizia a destare una certa preoccupazione. Scopriamo cosa significa e perché può essere pericoloso.

Meno noto con i termini italianizzati di filtro a bolle o bolla di filtraggio, il filter bubble è un effetto dei sistemi di personalizzazione dei risultati di ricerca web che registrano i comportamenti dell’utente. Fin qui, nulla di male. Ma questo sistema ha un “rovescio della medaglia” a tratti inquietante. Si, perché gli algoritmi che captano le preferenze di ricerca scelgono selettivamente, tra le varie risposte, quelle che “pensano” l’utente voglia vedere. E questo potrebbe esporre le persone ad una visione limitata del mondo, nettamente influenzata dagli algoritmi di ricerca.

Esempi tipici del Filter Bubble sono la ricerca personalizzata di Google e il feed di Facebook, Instagram e TikTok. Il termine è stato coniato dall’attivista internet Eli Pariser nel suo libro The Filter Bubble: What the Internet Is Hiding from You. Secondo Parisier, gli utenti per effetto della bolla di filtraggio sarebbero meno esposti a punti di vista conflittuali e rimangono isolati intellettualmente nella propria bolla di informazioni.

Filter Bubble: cos’è e perchè diventa preoccupante

In primo luogo, è importante comprendere cosa sono i Filter Bubble. Come abbiamo accennato, i filtri a bolla sono una conseguenza dell’impiego di di algoritmi di ricerca dei social media e dei motori di ricerca.

Questi algoritmi tendono a fornire una visione limitata dei risultati, poiché tendono a mostrare risultati basati sulla storia di navigazione della persona, sui suoi interessi e sui suoi comportamenti online.

In questo modo, le persone vengono in poco tempo come intrappolate in una bolla, esposte, cioè, ad una visione del mondo decisamente limitata e parziale. Continuando ad essere inseguiti dalle preferenze di ricerca manifestate, gli utenti possono essere incoraggiati a perdere di vista le opinioni e le informazioni alternative. Un po’ come accade in una echo chamber, anche se quel fenomeno ha connotazioni diverse perché riguarda un ambiente sociale in cui l’informazione è, però, a senso unico.

Dobbiamo anche dire, ad onor del vero, che il fenomeno nasce da intenti che non necessariamente devono essere demonizzati. Quanti di noi si sono trovati a cercare un prodotto online e, non avendolo trovato, hanno visualizzato poi una serie di annunci pertinenti che ne hanno consentito una più facile ricerca?

Un conto, però, è la politica dei cookie o l’impronta pubblicitaria che anima necessariamente ogni angolo del web e che di fatto permette all’utente di operare delle scelte al pari di quanto fanno fuori dallo schermo. Altra cosa, invece, è la prospettiva – prevalentemente social – che quotidianamente ci offre “contenuti a senso unico” sol perché l’algoritmo di turno ha deciso che ci piacciano e che pertanto debbano piacerci a vita.

Proprio per questo i Filter Bubbles sono estremamente preoccupanti. Secondo alcune teorie, rappresentano infatti una vera minaccia alla libertà di scelta delle persone. Dal momento che i risultati dei motori di ricerca e dei social media tendono ad essere influenzati da algoritmi, è possibile che le persone non siano in grado di trovare informazioni alternative o opinioni differenti. E ciò può avere un impatto significativo sul modo in cui le persone pensano e prendono decisioni.

I “filtri a bolle” e la visione limitata del mondo

In secondo luogo, i Filter Bubble possono anche avere un impatto sulla salute mentale delle persone. La visione limitata del mondo che può essere fornita da un algoritmo di ricerca può influenzare gli utenti in modi negativi, portandole a sentirsi isolati, tristi o ansiosi. Ciò può avere un impatto significativo sul benessere psicologico, proprio perché può scatenare emozioni negative, senso di solitudine e depressione.

Infine, i Filter Bubble possono anche portare a una mancanza di eterogeneità nei risultati dei motori di ricerca. Poiché gli algoritmi tendono a mostrare risultati basati sulla storia di navigazione della persona, può essere difficile, per chi cerca, trovare informazioni più complete. Anche questo effetto può avere conseguenze negative e incidere sulla formazione delle persone e sulla loro stessa comprensione del mondo.

I Filter Bubble come minaccia alla libertà di scelta

Insomma, i Filter Bubble visti nell’ottica di una limitazione alla libertà di azione e di pensiero, sono un problema che alcuni avvertono come preoccupante nell’era della tecnologia. Possono limitare la libertà di scelta delle persone, avere un impatto negativo sulla salute mentale delle persone e portare a una restrizione nei risultati dei motori di ricerca.

Il concetto di bolla di filtraggio rende l’informazione, inizialmente percepita come importante, semplicemente inutile o utile sono in parte, ed evita informazioni inizialmente percepite come irrilevanti ma che in realtà potrebbero essere utili.

Il problema può sorgere quango l’importanza di un concetto o di un avvenimento si manifesta solo dopo che il fatto è stato conosciuto. Prima di allora, la stessa possibilità di imparare da quell’evento è scartata a causa del filter bubble, per un errore di percezione.

In breve, chi cerca quella informazione rimane intrappolato in un paradosso e non riesce a trovare o ad imparare quello che gli serve. Il fenomeno è descritto come il Paradosso della Rilevanza e porta ad una specie di vicolo cieco intellettuale.

È importante, allora, che le persone siano consapevoli dell’esistenza dei Filter Bubble e prendano le misure necessarie per evitarli. Anche se, dobbiamo dire anche questo, il fenomeno potrebbe risultare sopravvalutato ed avere un impatto del tutto trascurabile nella vita delle persone. Del resto, anche prima del web accadeva che leggere soltanto giornali del proprio orientamento politico (per dirne uno) portasse allo sviluppo di idee e credenze del tutto influenzate da una certa visione del mondo.

Come evitare i Filter Bubble?

Le bolle di filtraggio possono limitare la quantità di informazioni che una persona può vedere e, di conseguenza, la quantità di conoscenze che possono acquisire. Tuttavia, esistono modi per evitare i filter bubble e imparare di più. Ecco alcuni modi per evitarli.

  • Usa più di un motore di ricerca
  • Leggi fonti di notizie di diversi orientamenti politici
  • Segui persone con opinioni diverse
  • Leggi libri classici
  • Guarda documentari
  • Partecipa a discussioni con persone che non la pensano come te
  • Utilizza i social media in modo responsabile.

Usando una combinazione di queste strategie, puoi evitare il filter bubble e ottenere un panorama informazionale molto più variegato e nutriente per ampliare le tue conoscenze.

Un articolo di Adriano Riccardi pubblicato il 05/02/2023 e modificato l'ultima volta il 09/02/2024

Adriano Riccardi

È il fondatore di Mondomediamagazine.com. Laureato in Ingegneria Informatica e delle Telecomunicazioni, ha una grande passione per la tecnologia e ama tenersi aggiornato sulle nuove frontiere dell’informatica. Oltre alle competenze acquisite, ha maturato una decennale esperienza nel mondo della grafica pubblicitaria e del digital marketing. I suoi studi attuali lo portano ad approfondire e sperimentare il settore dell'Intelligenza Artificiale.

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