Torrente Raganello in piena, 10 morti: i dettagli della vicenda
Il torrente Raganello in piena, ieri, ha travolto un gruppo di escursionisti; sono stati 10 i morti nella vicenda ha segnato tristemente un’escursione di mezza estate sul Pollino.
Nel frattempo buone notizie per i tre giovani pugliesi dispersi di 21, 22 e 23 anni. Il loro ritrovamento è stato segnalato da un’amica via Twitter, che aveva usato lo stesso mezzo di comunicazione per chiedere diffusione e sapere dove si trovassero dopo la piena del torrente Raganello.
Purtroppo non abbiamo solo buone notizie dopo la chiusura del bilancio: una bambina di 9 anni ha subito un nuovo trasferimento al Policlinico Gemelli di Roma, dopo un primo spostamento all’ospedale di Cosenza.
La piccola è in prognosi riservata ed è sedata farmacologicamente; anche adesso si trova in vita grazie alla ventilazione artificiale a causa di un’insufficienza respiratoria dovuta all’inalazione di acqua. Al momento non si hanno ulteriori notizie, né si sa se e quando sarà opportuno staccare le macchine per far tornare la bimba a respirare in autonomia.
Torrente Raganello in piena
Al 99,9% non ci sono più dispersi da cercare; così è stato dichiarato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, assieme al prefetto di Cosenza Paola Galeone, al momento della conclusione della riunione del Comitato per l’ordine pubblico svolta nel municipio di Civita.
Il capo Dipartimento della protezione civile, Angelo Borrelli, si è espresso sull’accaduto dicendo che il fatto era assolutamente prevedibile. Si era in presenza di un’allerta gialla e dunque, stando a quanto dichiarato, non era difficile capire che potevano esserci dei morti.
Le prime testimonianze arrivate dai soccorritori, intanto, non sono prive di particolari drammatici. Tra questi, ricordiamo il caso di una bambina di 8 anni, tra le persone tratte in salvo, rinvenuta in stato di semi-choc accanto ad un cadavere. Un medico del 118 ha sottolineato che si è trattato di un episodio di inaudita violennza. ” È stato un vero e proprio tsunami”, ha confermato il vicepresidente del Soccorso alpino Calabria.
Ora, come sempre accade, si ricercano le responsabilità. A chi spettava sorvegliare sull’accesso al torrente Raganello? Chi poteva – e per questo doveva – impedire che la situazione precipitasse? Quali che siano le risposte, non serviranno a cancellare l’accaduto e a riportare in vita le vittime della vicenda.
Leggi anche:
- Manuela Bailo, l’amante confessa il delitto e fa ritrovare il corpo
- Riforma pensioni: Quota 100 si farà, ecco le novità di rilievo
- Ponte crollato, recuperati i corpi dell’ultima famiglia dispersa