Riforma pensioni: Quota 100 si farà, ecco le novità di rilievo
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva già affermato l’imminente modifica del sistema pensionistico; questo proposito che ricorreva spesso in campagna elettorale sembra stia per avverarsi. Difatti è arrivata la promessa di “smontare pezzo per pezzo” la riforma pensioni partita con il governo Monti, e questo avverrà anche per “quell’infamia della legge Fornero“, così definita dal ministro dell’Interno.
Sono incerte le previsioni che si stanno facendo strada in questi giorni, e molte non sono positive per gran parte di coloro che si aspettavano grandi cambiamenti.
Riforma pensioni: Quota 100 e Quota 41
Dopo l’estate saranno certamente attuati dei correttivi che modificheranno la legge Fornero; tuttavia, al contrario di quanto molti speravano, è altamente probabile che la riforma pensioni si fermi a metà. Sembra infatti che si decida ‘soltanto’ di attuare la possibilità per i lavoratori di andare in pensione con almeno 64 anni di età e 36 di contributi. Il costo sarebbe sui 4 miliardi di euro, indubbiamente elevato ma non esagerato; e in questo modo entrerebbe in vigore la “Quota 100“, ossia della somma tra anni di contributi e anni anagrafici.
Sembra invece accantonata, almeno per il momento, la cosiddetta “Quota 41” in cui molte persone speravano. Con questa manovra, il Governo avrebbe dovuto concedere la possibilità di andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica; si sarebbe data considerazione ai soli anni di lavoro, con annessa la possibilità di riscattare gli anni di studio.
A quanto pare, questo tipo di idea non sarà attuabile proprio per via dei costi esorbitanti da sostenere, e oltretutto sarà impraticabile anche per via dei 12 miliardi stanziati per scongiurare l’aumento dell’Iva.
Per quanto riguarda le coperture, invece, guadagna terreno l’ipotesi leghista del “contributo di solidarietà“. Con questo, l’aliquota verrà applicata sul reddito da pensione mediante un sistema a scaglioni; dallo 0,35% per gli assegni superiori ai duemila euro fino al 15% per assegni di importo elevato. Nessuna aliquota dovrebbe essere invece prevista per chi percepisce meno di duemila euro. Sarà vero? Vi terremo aggiornati. Quel che è certo è che i cambiamenti ci saranno; ma per ora non sembrano eclatanti.
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