Nuova polemica sulla privacy degli utenti; stavolta sotto accusa è la posizione Google, vale a dire il servizio di localizzazione offerto dal colosso americano. Sappiamo che la privacy è molto importante, e lo sta diventando ancora di più con l’avanzare della tecnologia. Chi usa quindi i nuovi dispositivi ha sempre più bisogno di controllare le impostazioni e dunque verificare che i propri dati sensibili siano al sicuro.
È chiaro, però, che questa può non essere una garanzia neppure quando tutto sembra essere in ordine; infatti è emerso che Google traccia i movimenti degli utenti anche se dalle impostazioni questi ultimi hanno negato il proprio consenso.
Un’inchiesta della Associated Press ha dimostrato che i dati sulla posizione Google sono costantemente tracciati e monitorati; e questo, anche se le impostazioni non lo consentono. I risultati di quest’analisi apparentemente fuorviante sono stati confermati dalla Priceton University.
Secondo quanto riportato da Ap, alcune applicazioni Google, tra cui Google Maps, salverebbero in modo automatico tutti i dati della localizzazione utente senza chiedere conferma a qust’ultimo; dunque non ci sarebbe bisogno di dare dettagli e disposizioni su ciò che si intende di fare per la privacy. I motori di ricerca Google sanno dare dettagli fondamentali anche sulla latitudine e sulla longitudine in cui si trova l’utente al momento della ricerca.
Ovviamente tutto questo non serve per chissà quali scopi oscuri, ma semplicemente per incrementare gli introiti pubblicitari. Difatti, sempre secondo Ap, questo business ha consentito a Google di guadagnare 95,4 miliardi di dollari lo scorso anno.
Sui rischi per la privacy dovuti alla posizione Google non è rimasto in silenzio, ma si è espresso a proposito, sottolineando come questo serva per “migliorare l’esperienza delle persone che utilizzano i prodotti” e null’altro; ha inoltre specificato come i clienti abbano sempre la possibilità di disattivare e attivare le informazioni privacy in ogni momento, grazie anche alla chiarezza delle proprie spiegazioni.
C’è chi non è rimasto del tutto convinto da questa analisi, e c’è chi invece è soddisfatto. Certo è che, ai tempi di oggi, sarebbe impossibile rinunciare a Google.
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