Il parcheggiatore abusivo commette estorsione: lo dice la Cassazione, ma..
Chiedere soldi a chi è intento a parcheggiare e non ha trovato posto può configurare il reato di estorsione. È quanto ha stabilito la seconda sezione penale della Corte di Cassazione, con sentenza n. 30365/18 depositata lo scorso 5 luglio. Inutile dire che la pronuncia ha fatto subito scalpore. Che l’attività dei parcheggiatori fosse border line quanto a legalità, lo si sapeva; ma se è vero che il parcheggiatore abusivo commette estorsione, l’intero scenario delle soste “a pagamento” potrebbe cambiare nelle nostre città. Facciamo chiarezza.
Il parcheggiatore abusivo commette estorsione: la sentenza
La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di richiesta onerosa in un parcheggio del “Campolongo Hospital” di Eboli, provincia di Salerno. Il parcheggiatore abusivo aveva chiesto due euro ad un automobilista. Non solo. Aveva minacciato di danneggiare il veicolo qualora il malcapitato non avesse ottemperato alla richiesta. L’automobilista, senza farsi prendere dal panico, non solo non ha inteso spendere un soldo ma ha subito denunciato il parcheggiatore per aver tentato di estorcergli il denaro.
Dopo la condanna riportata nei due gradi di merito, la Cassazione ha definito la vicenda. Il reato è stato qualificato come estorsione e rigettato il ricorso promosso dall’imputato che chiedeva, tra l’altro, la riqualificazione del fatto come violenza privata. Il Supremo Collegio ha ritenuto che nel caso in oggetto si configuri proprio il reato di estorsione; la violenza privata infatti ha natura meramente residuale, potendo essere contestata soltanto quando manchi l’ingiusto profitto patrimoniale.
Ma quando il parcheggiatore abusivo commette estorsione?
Dalla sentenza e dalla sua portata mediatica è venuto fuori un monito, forse un po’ troppo generalizzato, nei confronti dei parcheggiatori abusivi.
Ciò è stato rafforzato dall’inevitabile collegamento altre operazioni investigative. Appena un anno fa ricordiamo l’arresto di numerosi parcheggiatori, sempre nel salernitano. Centinaia erano state, allora, le telefonate pervenute alle Forze dell’Ordine, con cui gli utenti della strada lamentavano continue pressioni dai parcheggiatori disseminati per le vie cittadine.
Dal canto nostro riteniamo di dover fare una precisazione. Nel caso giudicato dalla Cassazione la condotta dell’imputato era stata “qualificata” dalla prospettazione di un male ingiusto. “Se non mi dai i soldi che ti ho chiesto ti rompo la macchina”, aveva detto l’estorsore. Sembra sin troppo ovvio che il reato di estorsione senza minaccia non sarebbe neanche ipotizzabile.
Leggi anche:
- Incendio a Cinecittà, completamente distrutto il set di Roma Antica
- Taser alla Polizia dal 2019, al via la sperimentazione in 11 città
- Pescara: ritrovate le due diciassettenni scomparse. Gaia e Gaia stanno bene