Multa UE per Google: 4,3 miliardi per abuso di posizione dominante con Android
Arriva una nuova multa UE per Google ed è la più alta mai irrogata. La Commissione UE ha sanzionato il motore di ricerca con la somma di 4,3 miliardi di euro. L’accusa? Aver abusato della posizione dominante del proprio sistema operativo Android.
Non è la prima sanzione inflitta a Google ma stavolta l’importo è davvero elevatissimo. Ricordiamo che solo un anno fa la stessa UE comminò una sanzione da 2,4 miliardi di euro per aver privilegiato il proprio servizio di comparazione prezzi Google Shopping a discapito degli altri.
Il Commissario UE Margrethe Vestager ha reso noto nel corso di una conferenza stampa le ragioni che hanno portato alla sanzione. L’indagine su Android sarebbe partita già nel 2015; l’anno successivo Google fu ritenuta responsabile di avere imposto ai produttori di telefonia la pre-installazione di Google Search e a predisporla come app di ricerca esclusiva o predefinita.
Multa UE per Google: le accuse della Commissione
Secondo il Commissario, Google avrebbe posto in essere tre tipi di restrizione per assicurarsi che il traffico degli smartphone fosse veicolato verso il suo motore di ricerca.
In particolare il colosso:
- Avrebbe chiesto ai produttori di Smartphone di preistallare l’app Google Search e il browser Chrome come condizione per fornire la licenza di Play Store, vale a dire l’app store di Google;
- Avrebbe pagato alcuni produttori e operatori di rete affinché pre-installasero l’app di Google Search;
- inoltre, avrebbe offerto incentivi ai produttori e agli installatori di reti mobili a condizione che procedessero alla esclusiva installazione di Google Search sui loro dispositivi.
Dunque, il colosso avrebbe utilizzato Android come strumento per consolidare il dominio del proprio motore di ricerca.
In tal modo, i concorrenti non hanno avuto la possibilità di effettuare innovazioni e competere sui numeri; inoltre è stato negato ai consumatori il vantaggio di una normale concorrenza nella sfera mobile. Il tutto contro le regole imposte dall’antitrust UE.
La Commissione ha concesso 90 giorni a Google per cambiare le sue policy; tuttavia non ha dato alcun suggerimento. Se non si adegua, il colosso si espone al rischio di una sanzione ulteriore pari al 5% delle entrate medie giornaliere a livello mondiale.
Multa UE per Google: la risposta di Sundar Pichai
La risposta di Google non ha tardato ad arrivare. Il CEO Sundar Pichai ha subito replicato sul blog ufficiale.
In particolare, “se i produttori di smartphone e gli operatori di rete mobile non potranno più includere le nostre applicazioni sulla loro vasta gamma di dispositivi – ha detto – ciò sconvolgerà l’equilibrio dell’ecosistema Android […] Finora, il modello di business Android ha fatto sì che non dovessimo far gravare sui produttori di smartphone i costi della nostra tecnologia, riuscendo così a non dipendere da un modello di distribuzione strettamente controllata”.
In parole povere, c’è il rischio concreto che Android in futuro non sia più gratuito.
Quanto ai pericoli per la concorrenza, Pichai ha sostenuto che ogni utente Android installa liberamente almeno 50 app di propria iniziativa e nessuno gli impedisce che possa disinstallare quelle preinstallate.
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