Febbre del Nilo, possibile picco di contagi con il ritorno del caldo
La febbre del Nilo rischia di diffondersi con una nuova ondata in Italia. I casi si stanno moltiplicando e anche le vittime sono in aumento; si contano al momento 10 persone, di cui 7 in Emilia Romagna e 3 nel Veneto. Ma le condizioni più preoccupanti, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si stanno riscontrando in Piemonte. La dichiarazione divulgata dall’ISS è infatti preoccupante. “Temiamo che il peggio, per il Piemonte, non sia ancora passato”.
Non soltanto. “L’andamento usuale dell’epidemia, così come rilevato nelle regioni del Nordest, suggerisce che potrebbe esserci un picco di contagi, per poi scendere in breve grazie alla diminuzione delle temperature autunnali e alla immunizzazione naturale della popolazione”; così si è espressa Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
A contribuire a queste preoccupanti previsioni sulla diffusione della febbre del Nilo è anche il meteo poco incoraggiante; infatti è previsto un ritorno del caldo africano nelle regioni più colpite dalla malattia trasmessa dalle zanzare. Queste, come tutti sanno, aumentano quando le temperature si alzano.
Febbre del Nilo, si teme il ritorno del caldo
L’epidemia, chiamata West Nile, ha colpito 255 persone dall’inizio della stagione calda; per 103 casi si è manifestata in forme neuroinvasive, che hanno cioè colpito le aree neurologiche. Proprio la tipologia neuroinvasiva è stata riscontrata in coloro che non ce l’hanno fatta.
L’intensificazione di quest’anno non si è mai vista, come detto da Caramelli. “Le zanzare sono aumentate e crescono quelle esotiche che trasportano virus finora assenti in Italia; ora invece trovano condizione climatiche adatte. L’unico modo per fare prevenzione è prendere precauzioni individuali da un lato e dall’altro disinfestare”.
Per evitare il contagio dunque occorre tutelarsi dai vettori, vale a dire le zanzare. La presenza di zanzare portatrici di malattie esotiche sta aumentando e in Italia aumenterà ancora, per via del clima tropicale che quest’anno ha imperversato.
Le persone più a rischio devono coprirsi, installare zanzariere e usare repellenti; per la febbre del Nilo non esiste alcun vaccino, ma molto si può fare per arginarla. Soprattutto è importante monitorare gli animali, dal momento che il virus colpisce zanzare, uccelli, cavalli e infine uomini.
Le fonti ufficiali ad ogni modo rassicurano sull’attivazione delle misure del caso e quindi non alimentano la preoccupazione. I controlli sono stati intensificati e anche alcuni donatori di sangue risultati infetti sono stati sospesi dal servizio.
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