Tecnologia

Falsa versione di Bard piena di malware: Google affronta la truffa

L’entusiasmo per le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale generativa ha creato un ambiente simile al “Far West”, dove alcuni malintenzionati hanno cercano di sfruttare la confusione dei consumatori. In questo contesto, Google ha intrapreso azioni legali contro individui che avrebbero ingannato le persone inducendole a scaricare una falsa versione di Bard, il suo software di intelligenza artificiale. Il finto Bard, ovviamente non pubblicato da Google, in realtà era pieno di malware​​.

Nella causa, presentata in California, si sostiene che individui con base in Vietnam abbiano impostato pagine sui social media e condotto campagne pubblicitarie per incoraggiare gli utenti a scaricare una falsa versione di Bard. Questa versione non forniva risposte utili ma, una volta scaricata, si infiltrava nei sistemi informatici rubando password e credenziali dei social media.

La diffusione del programma malevolo avveniva, come abbiamo detto, sui social: il metodo di distrubuzione preferito dai truffatori si è rivelato Facebook.

Falsa versione di Bard: Google contro la truffa

Nel blog ufficiale di Google si afferma che l’azienda ha inviato oltre 300 richieste di rimozione prima di procedere con la causa legale. L’obiettivo del procedimento giudiziario non è un risarcimento finanziario. Google mira piuttosto ad ottenere un ordine per impedire ai presunti truffatori di impostare domini simili a quello originale.

In particolare, il rischio si è posto con i registrar di domini statunitensi. L’azienda ritiene che questo risultato servirà da deterrente e fornirà un meccanismo chiaro per prevenire truffe simili in futuro​​.

La falsa pubblicità e la manipolazione dei consumatori

La causa intentata da Google nella lotta contro il falso Bard ha messo in luce un dato. Le tecnologie emergenti sono suscettibili a questo tipo di manipolazione anti-consumatore.

Nel caso specifico, i truffatori affermavano che Bard fosse un servizio a pagamento che richiedeva il download. In realtà, come tutti sappiamo, il servizio web dell’IA di Google è gratuito​​ e funziona direttamente mediante browser.

Insomma, basterebbe un po’ di cautela per smascherare facilmente azioni malevole sul web. Certamente, bisognerà favorire l’attenzione dell’utente con campagne mirate all’informazione in campo di sicurezza informatica.

Negli ultimi tempi, il colosso americano è impegnato su più fronti. Nel campo della AI, la nuova SGE di Google genera immagini e contenuti scritti ed è destinata ad evolversi. Sul fronte marketing, sono certamente pressanti gli impegni assunti da Google per lo stop ai cookie di terze parti. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi delle attività in corso.

Nel frattempo rimane l’invito alla cautela di fronte alle piattaforme digitali. Ragioniamo sui servizi che ci vengono proposti e cerchiamo di fare affidamento solo su fonti ufficiali.

Un articolo di Adriano Riccardi pubblicato il 13/11/2023 e modificato l'ultima volta il 13/11/2023

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