Neonati abbandonati: arrivano i donatori di coccole
Il calore umano, quell’affetto che non fa sentire la solitudine, è un’esigenza di cui nessuno può fare a meno. Specialmente i più piccoli ne sentono un bisogno vitale. Dal momento in cui si emette il primo vagito, il neonato aspetta di essere coccolato. Piange disperatamente alla ricerca del calore della mamma. Ne è stato privato improvvisamente e ora ne soffre. Il contatto umano è un’esigenza vitale che ogni individuo cerca per tutta la vita. Ha bisogno di nutrimento, cerca lo svago e il relax, ma questo non basta. Non si può vivere senza calore umano. Da questa esigenza nasce il concetto di donatori di coccole, volontari che si occupano di assicurare ai neonati abbandonati tutto il calore necessario alla loro crescita armoniosa.
L’amore non è un bisogno secondario. Va messo al primo posto per poter essere sani nel corpo e nello spirito. Quando si allatta un bambino, lui prova un beneficio non solo per il fatto in sè. La sua mente riceve un benessere provocato dal contatto fisico tra lui e la mamma. Avviene uno scambio di amore e affetto che li aiuta reciprocamente. La madre allevia la sua stanchezza e il neonato cresce sano e sereno.
Asley Montagu, un famoso umanista britannico, scrive sul suo libro “Il linguaggio della pelle”: “E` attraverso la pelle che diventiamo degli esseri in grado di amare. Non s`impara ad amare sui libri, ma essendo amati”. Oggi sempre di più si sta diventando aridi. Non si sente il bisogno di stare a contatto con i propri simili. E’ come se il mondo girasse alla rovescia: anziché dare amore, si causa sofferenza negli altri.
Perché servono i donatori di coccole?
René Arpad Spitz, uno psicoanalista austriaco, nel corso della sua esistenza ha compiuto delle ricerche osservando il comportamento dei bambini. In particolare, si è dedicato a coloro che, abbandonati alla nascita, sono stati privati dell’affetto. I suoi studi, hanno determinato un cambiamento nell’ambito pediatrico. Ha scoperto che i neonati che non hanno avuto un contatto fisico con la mamma o il papà, subiscono delle conseguenze psicologiche gravi. Si riscontrano problemi psicomotori e del linguaggio. Viene evidenziato un rallentamento intellettivo e i bambini hanno difficoltà a relazionarsi.
Una notizia sconcertante evidenzia che il 60% dei bambini che vivono negli istituti, non ricevendo amore, muoiono prima di compiere il secondo anno. Questo perché? Vi è una sorta di depressione che lentamente li porta alla morte. Si privano di giocare e non trovano interesse nel rapportarsi con gli altri bambini. Non si tratta di bambini trascurati dal punto di vista igienico-sanitario, ma le cause sono la mancanza di contatto fisico.
Proprio per il fatto che l’essere umano e in particolare il bambino necessita di amore, l’agenzia statunitense Spence-Chapin ha preso un’iniziativa davvero lodevole: quella, appunto, dei donatori di coccole. Ha reclutato dei volontari che si occupassero di coccolare neonati abbandonati nelle prime sei settimane di vita. Con quest’iniziativa, i volontari si recano negli Istituti e dedicano alcune ore della giornata ai neonati. Scattano foto, al fine di restituire a questi bambini, una volta adulti, parte del loro passato.
Con questa iniziativa si aiutano i bambini che, al momento dell’adozione, avranno una maggiore capacità di adattamento alla nuova famiglia. In Italia esiste l’associazione Dharma che si trova a Brescia e ad oggi dispone di ben 300 volontari.